(di Lucia Magi)
È appena arrivato nelle sale
italiane l’ultimo film targato DreamWorks, ‘Il Robot Selvaggio’.
Scritto e diretto dal tre volte candidato all’Oscar Chris
Sanders (Dragon Trainer, I Croods e Lilo & Stitch per Disney),
il film si basa sulla fortunata serie di libri per bambini di
Peter Brown. Dopo aver superato i 100 milioni di dollari a
livello globale lo scorso weekend, Sanders ha confermato a
Deadline che c’è già un sequel in fase di sviluppo. Al timone,
torna il produttore che sta dietro anche alla fortunata saga di
Kung Fu Panda, Jeff Hermann.
“Siamo creature abitudinarie, detestiamo il cambiamento.
Temiamo che, mutando, in qualche modo perderemo noi stessi”,
riflette Sanders, sottolineando il messaggio centrale di questo
film di colori sfumati e sentimenti dolcissimi. “L’idea
principale di Brown è che, a un certo punto della vita, per
raggiungere un obiettivo, ci tocca modificare i nostri programmi
e schemi. Volevo centrare la mia narrazione su questo tema: Roz
ci dimostra che fuori dalla zona di comfort si può diventare
esseri più complessi e felici.”
La Roz in questione è l’unità Rozzum 7134, unica superstite
di un naufragio di una partita di robot programmati per aiutare
nelle faccende domestiche. Doppiata da Lupita Nyong’o nella
versione originale e in italiano da Esther Elisha, Roz si
ritrova su un’isola lussureggiante e selvaggia, abitata da
animali mai visti. Quando viene attivata accidentalmente, non
trova umani da servire: non è programmata per interagire con la
fauna selvatica; ha bisogno di seguire degli ordini. Così, entra
in “Modalità Apprendimento” e si mette in standby, osservando la
natura crescere intorno a lei e gli animali proseguire con la
loro vita.
Dopo un lungo periodo di osservazione, riattivata, riesce a
comunicare con loro. Un giorno, si ritrova a prendersi cura di
un tenero pulcino orfano, Becco Lustro. La sua nuova missione
diventa quella di guidare il piccolo verso la maturità, in tempo
per farlo migrare a sud con le altre oche. La assiste una volpe
astuta di nome Fink (doppiata in italiano da Alessandro Roia).
Fin dai primi minuti del film distribuito da Universal “era
fondamentale costruire Roz con molta articolazione. Doveva
essere un umanoide, certo, ma in grado di sorprendere ed
evolvere, offrendo agli animatori la possibilità di muoverla in
modi inaspettati. L’isola doveva sembrare irregolare e
inospitale”, rammenta Sanders.
E infatti Roz procede dinoccolata tra i rami, i burroni, i
tronchi. Deve continuamente piegarsi e abbassarsi, “è del tutto
fuori luogo,” spiega il regista, aggiungendo: “Il viaggio che
Roz e i suoi amici animali intraprendono è una scoperta di sé,
la rivelazione di una versione più evoluta e completa di sé. La
chiave di questo percorso sono l’ascolto e la gentilezza”. Così
Roz – e gli spettatori bambini e adulti con lei – arriva a
vivere le esperienze più umane di tutte: la maternità, il senso
di comunità e l’amore della famiglia che si sceglie.
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