Si chiude una settimana di forti perdite per il comparto immobiliare con l’attenzione degli investitori sempre rivolta alle banche centrali: i recenti dati sull’inflazione hanno aiutato la BoE a prendere la decisione di tagliare i tassi di 25pb, anche se l’inflazione è, attesa, destinata a salire; la Norges Bank ha mantenuto invariati i tassi al 4,5%, mentre la Riksbank svedese ha tagliato i tassi di 50 bp al 2,75%. L’attenzione degli investitori è stata maggiormente concentrata sulla decisione della Federal Reserve che ha tagliato nuovamente i tassi di interesse per 0,25 punti percentuali e le aspettative degli analisti sono per un’altra riduzione a dicembre. La mossa ha causato poche reazioni nel mercato perché anche la sua dimensione precisa era ben attesa dagli investitori. Il presidente dell’istituto centrale, Jerome Powell, ha detto: “ci avviciniamo a tassi neutrali e per questo potrebbe essere appropriato procedere più lentamente con i tagli”. Il banchiere ha anche commentato che il risultato delle elezioni “non avrà effetti” sulla politica della Fed nel breve termine: Donald Trump ha ottenuto una vittoria netta, alle presidenziali americane, con un mandato più forte rispetto al 2016. Dall’altra parte dell’oceano, le prospettive economiche europee più deboli non saranno aiutate dai discorsi sui dazi statunitensi e potrebbero essere il catalizzatore di ulteriori tagli dei tassi da parte della BCE, sostengono gli addetti ai lavori.
L’andamento del settore in Borsa
Il settore immobiliare ha vissuto una settimana di forti cali sulla piazza milanese, mentre a livello europeo ha limitato i danni: l’indice Stoxx 600 Real Estate ha portato a casa un timido guadagno frazionale. In Italia, l’indice FTSE Italia All Share Real Estate è sceso di oltre 6 punti percentuali.
I titoli immobiliari quotati a Milano
Fra le società immobiliari quotate a Piazza Affari, pesante la discesa per IGD (-7,5%) che ha annunciato i conti di periodo confermando la guidance per l’intero anno. Scivola anche Brioschi (-3,9%) seguita da Gabetti (-2,8%). Bene, invece, Risanamento e Abitare In progresso di oltre il 2%.
I dati macroeconomici
Dagli USA sono giunti i consueti numeri sulle domande di mutuo, che nella settimana al 1° novembre, hanno mostrato un crollo delle richieste del 10%. In netta diminuzione le domande di mutuo negli Stati Uniti. L’indice che misura il volume delle domande di mutuo ipotecario registra un decremento del 10,8%, dopo il -0,1% della settimana precedente. L’indice relativo alle richieste di rifinanziamento è sceso del 18,5%, mentre quello relativo alle nuove domande è risultato in calo del 5%. La Mortgage Bankers Associations (MBA), ha indicato che i tassi sui mutui trentennali sono aumentati al 6,81% dal 6,73% precedente.
Studi di settore
I dati relativi al primo semestre del 2024 mostrano un mercato residenziale in buona salute, rileva il Gruppo Gabetti, con le famiglie italiane che si approcciano all’acquisto dell’abitazione spinte da una maggiore fiducia, motivata in parte anche dal consolidamento di alcuni fondamentali economici che l’Italia attualmente vanta e che la contraddistinguono nel panorama europeo. L’indice del clima di fiducia è in aumento dell’8% rispetto a ottobre del 2023, e del 2% rispetto a gennaio 2024: cresce sia quello economico (+1% rispetto a inizio anno) sia quello personale (+3% su inizio anno). A livello di PIL, questo primo semestre dell’anno ha visto un leggero incremento dello 0,3% nel Q1 e dello 0,2% nel Q2, confermando una crescita che continua dalla seconda metà del 2020. Anche sul fronte degli occupati, l’Italia sta vedendo numeri sempre in crescita, con il primo semestre che raggiunge quota 143.305 occupati, +2% sullo stesso periodo del 2023 e record degli ultimi 10 anni. Aumenta di conseguenza il tasso di occupazione che in questo primo semestre dell’anno migliora di un punto percentuale rispetto all’H1 2023 (62,1% contro 61,1%), mentre cala il tasso di disoccupazione che raggiunge il 6,2%, una quota percentuale che non si vedeva dal periodo pre-crisi finanziaria del 2008.L’analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa evidenzia ancora una carenza di offerta abitativa, nella prima parte del 2024: molti immobili sono stati acquistati subito dopo la pandemia, i progetti di nuova costruzione sono rallentati a causa dell’incertezza e dell’aumento dei costi delle materie prime.