(di Alberto Rochira)
ANDREA BELLAVITE, GORIZIA E NOVA
GORICA DUE CITTA’ IN UNA (EDICICLO e ZTT, PP.184, EURO 18,00).
Un viaggio avvincente attraverso un territorio unico, dove, a
ogni passo, diverse lingue e culture si intrecciano in una
complessità culturale che schiude tesori da scoprire in tutta la
loro sorprendente varietà e ricchezza. A proporlo sono le pagine
del volume Gorizia Nova Gorica, due città in una di Andrea
Bellavite, scrittore, giornalista e docente, che ama definirsi
anche “viandante e cicloamatore”.
Nel libro, edito da Ediciclo di Portogruaro in italiano, e da
Ztt di Trieste in lingua slovena, nella traduzione di Pia
Lešnik, propone otto itinerari, sette a piedi e uno in
bicicletta, per esplorare queste due città congiunte, Gorizia in
Italia e Nova Gorica in Slovenia, che, “pur mantenendo la loro
individualità – spiega l’autore – si fondono per creare una
nuova realtà culturale in vista del 2025, quando saranno
protagoniste come Capitale europea della cultura”.
Bellavite ha più volte sottolineato che “ciascuna delle due
città dona la sua identità all’altra”, uno scambio reciproco di
influenze che rappresenta uno dei temi portanti del libro, dal
quale emerge come Gorizia e Nova Gorica non siano una singola
entità, ma due realtà congiunte, legate da una storia comune,
proiettate verso un futuro di convivenza armoniosa.
Descrivendo Nova Gorica, Bellavite ne evidenzia la
particolare struttura urbanistica, che racconta una città
cresciuta con uno spirito di apertura e modernità, dove “natura
e cultura sembrano intrecciarsi in uno sguardo simpatetico
rivolto al futuro”.
Dall’altra parte, Gorizia appare come intrisa di storia, con
le sue colline che formano un anfiteatro naturale e le sue case
costruite qua e là, come “puntini sparsi da un giocatore di
dadi”. Un’immagine che trasmette l’idea di una città che ha
attraversato secoli di vicende drammatiche, ma che trova nella
sua bellezza e nei suoi spazi verdi un’energia nuova.
Bellavite riflette su come questo luogo, un tempo segnato da
guerre e divisioni, possa oggi diventare un esempio di
convivenza pacifica. “È straordinario – afferma l’autore – che
la Capitale europea della cultura 2025 sia un luogo dove si è
sparso tanto sangue. Oggi possiamo dimostrare che la diversità è
il fondamento di un’armonica convivenza”.
Le pagine del libro sono arricchite da un ampio corredo
fotografico di Mattia Vecchi, che immortala scorci suggestivi di
paesaggi urbani e naturali,
In vista del 2025, Bellavite esprime fiducia nel futuro. “Il
titolo di Capitale europea della cultura è un impegno verso il
quale tendere, più che qualcosa che c’è già e va celebrato. Ho
però molte speranze, vedo segnali positivi in questo percorso”.
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