Ascolta la versione audio dell’articolo3′ di letturaPer il nucleare «sarà possibile prevedere incentivi come per eolico, solare, gas e tutte le altre fonti di energia». Gli small modular reactor (Smr, piccoli reattori modulari)? L’entrata in esercizio dei primi moduli potrebbe avvenire «a partire dal 2035». A dettare tempi e possibili sostegni è il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervenendo davanti alle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera nel seguito dell’audizione nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul nucleare.I tempi di entrata in esercizio dei piccoli reattori modulari (Smr)«La nostra scelta di puntare agli Smr è stata basata su alcuni parametri, in base ai quali sono stati inseriti nell’ipotesi di scenario nucleare del Pniec, prevedendo l’entrata in esercizio dei primi moduli a partire dal 2035», ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Pichetto Fratin. Gli Smr, ha spiegato il titolare del Mase, «non sono ancora commercializzati in massa e arriveranno sul mercato a partire dai primi anni 2030, «è un dato di fatto», ha precisato. Per poi ricordare, in base allo scenario “conservativo” inserito nel Pniec (il piano nazionale integrato energia e clima), che«, abilitare la possibilità di nucleare con una quota tra l’11% e il 22% del totale (quindi non dominante) consentirebbe di sostenere il carico di base senza necessità di enormi investimenti in infrastrutture di rete e sovradimensionamenti di eolico e fotovoltaico, dovuti alla loro non programmabilità e ai costi di sistema relativi».Loading…Pichetto: disegno di legge sul nucleare in Parlamento a inizio 2025Le stime dei costi degli SmrQuanto ai costi, ha chiarito, «i tecnici mi dicono che non superano i 2,5 miliardi di euro, ma si tratta in ogni caso del costo del primo reattore. La commercializzazione in serie porterà ad una diminuzione», ha aggiunto Pichetto Fratin ricordando il processo che aveva caratterizzato anche i pannelli fotovoltaici, i cui costi sono poi scesi con l’economia di serie «favorita anche dagli incentivi statali». Incentivi che, come detto, saranno possibili anche per questa fonte. «D’altronde, essendo il mercato previsto anche quello dei grandi impianti energivori e delle società di gestione energetica, la collaborazione tra pubblico e privato vedrà una grossa fetta di investimenti anche da parte di questi ultimi», ha proseguito il ministro.Da inserimento nucleare nel mix energetico attesi risparmi per 17 miliardiSoffermandosi poi sulle previsioni contenute nel Pniec, Pichetto Fratin ha ricordato che «l’inserimento della quota nucleare «porta ad un risparmio minimo per il sistema di 17 mld €. Risparmio calcolato rispetto a uno scenario di riferimento in cui il carico di base è sostenuto principalmente dal gas e dagli impianti con Ccs (cattura e stoccaggio del carbonio). Nell’ipotesi, invece, di installazione dell’intero potenziale calcolato dalla Piattaforma, «il risparmio – ha precisato – per il sistema energetico potrà essere maggiore». Tutti questi aspetti, ha quindi spiegato il ministro, saranno dettagliati «nell’aggiornamento della strategia di lungo termine da finalizzare entro l’anno prossimo per l’invio a Bruxelles».Energia, Pichetto Fratin “Il nuovo nucleare è una fonte neutra”Il capitolo del deposito nazionalePassando al tema delle scorie, Pichetto ha rimarcato quanto aveva già detto in Parlamento nei giorni scorsi (l’idea del governo di ammodernare i depositi esistenti in parallelo al lavoro per individuare il sito per il deposito nazionale) e ha poi chiarito che «non c’è connessione tra la procedura di localizzazione» di quest’ultimo e quella per individuare i «futuri impianti modulari di produzione, Smr, Arm o microreattori». Poi ha evidenziato l’intenzione di «definire un quadro legislativo e normativo chiaro, contenente i requisiti per la localizzazione, costruzione ed esercizio dei piccoli impianti modulari, secondo i più alti standard internazionali di sicurezza e radioprotezione, e di lasciare ai soggetti interessati – che potranno essere i grandi centri di produzione, le società di servizi energetici, gli enti locali o lo Stato stesso – le proposte per la localizzazione degli stessi, da sottoporre alla valutazione delle amministrazioni competenti».