“La svolta di Pordenone da
paesino di provincia a città è passata attraverso la Zanussi”.
Ne è certo Piergiorgio Grizzo, a Pordenonelegge per presentare
“Lino Zanussi, la grande biografia” (Biblioteca dell’Immagine).
“Abbiamo voluto dare al libro un taglio quasi da romanzo
storico, non da cronistoria didascalica, per approfondire gli
aspetti familiari e personali della vita di Lino Zanussi”.
Una delle forze dell’imprenditore – che fondò il colosso
dell’elettrodomestico, in seguito ceduto alla multinazionale
svedese Electrolux – era la sua sensibilità nei confronti dei
dipendenti, accompagnata però da una ferrea disciplina: “Durante
il lavoro non si parlava, non si fumava, non si fischiettava, ma
Lino era convinto che nel resto del tempo gli operai dovessero
essere liberi di dedicarsi ad altro. Il lavoro e la fabbrica non
dovevano essere totalizzanti. Zanussi aveva capito che un
operaio messo nelle condizioni migliori possibili rende meglio,
e investiva molto nella loro sicurezza e nella loro formazione”.
“Si dice che chi muore giovane è caro agli dei: anche questo
ha contribuito ad accrescere il mito di Zanussi”, ha proseguito
Grizzo.
Il libro parte proprio dal 18 giugno 1968, quando Zanussi
morì in un incidente aereo: “Con le poche prove che ci sono
abbiamo tentato di ricostruire la dinamica di un incidente che
lascia ancora oggi molte zone d’ombra”. “Anche partendo da un
paesino del profondo nordest si possono realizzare grandi cose”:
è questa la lezione che trapela dalle pagine secondo Grizzo. “Se
ce l’ha fatta Zanussi negli anni ’50, quando il Friuli era una
zona economicamente depressa, a maggior ragione oggi per un
giovane il fatto di essere nato a Pordenone non deve essere un
alibi”.
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