L’Occidente, la Nato e l’Unione Europea, dall’inizio dell’invasione della russa in Ucraina, hanno messo in campo diversi strumenti per convincere il presidente Putin a retrocedere dai suoi intenti bellicosi. Le sanzioni a oligarchi, imprenditori, politici e personaggi pubblici russi si sono ripetute a ritmo serrato. L’Italia, sulla scia di quanto fatto dal resto del mondo occidentale, ha applicato lo stesso metro di giudizio e lo stesso modo di fare ma ora rischia una brutta figura e di restare con le «pive nel sacco» nella battaglia contro l’oligarca Alisher Usmanov.
Ad aprire il fuoco di fila è stata l’Unione europea che il 28 febbraio del 2022, dopo soli 4 giorni dell’invasione, l’ha inserito nella lista dei sanzionati definendolo «uno degli oligarchi preferiti da Vladimir Putin».
I sequestri dell’Italia
Poco dopo, il 5 marzo, le autorità italiane hanno sequestrato una villa nel Golfo del Pevero, del valore di ben 17 milioni di euro, intestata direttamente all’oligarca russo. Stessa sorte è capitata, tre mesi più tardi, a una residenza ad Arzachena, in provincia di Sassari, tre volte più costosa, e intestata alla sorella Gulbakhor Ismailova e finita nel mirino delle sanzioni perché considerata dall’Ue prestanome di Alisher. Valore: 50 milioni di euro.
Ma non ci si è fermati qui. Oltre a decine di automobili sono state poste sotto chiave anche altre quattro grandi ville ad Arzachena (che gli ha conferito anche la cittadinanza onoraria). Oltre 2mila metri quadrati di superficie coperta in località Romazzino, a poca di stanza dalla rinomata Porto Cervo. Questi appartamenti, per un valore complessivo di 66 milioni di euro, però, non sono intestate né all’oligarca né alla sorella ma al «The Pauillac Trust». Secondo la ricostruzione delle autorità, il trust, regolato dalle leggi dello Stato di Bermuda, sarebbe riconducibile a Usmanov. Le società appartenenti al gruppo, però, hanno fatto ricorso contro il sequestro. Un sequestro di fatto in mancanza di un capo di imputazione specifico sulla base delle leggi italiane.
Il rischio per l’Italia
Ma quello che lascia perplessi, e che pone l’Italia a rischio di una figuraccia giudiziaria, è il fatto che 7 febbraio del 2022 Alisher Usmanov sarebbe stato escluso dalla lista dei beneficiari del «The Pauillac Trust», istituito dallo stesso 15 anni prima. Una circostanza che potrebbe ribaltare la situazione con la restituzione degli immobili al trust.
Le società che fanno capo al «The Pauillac» (dislocate tra Italia, Cipro, Isola di Man e Bermuda e a cui apparterrebbero le ville) hanno fatto ricorso al Tar del Lazio che sembrerebbe avergli dato ragione. «Con atto del 7 febbraio 2022, il signor Usmanov è stato escluso dai beneficiari» scrivono i giudici del Tribunale amministrativo in un’ordinanza emanata l’11 aprile scorso. Ordinanza con cui è stato deciso di rimettere la decisione alla Corte di Giustizia dell’Ue, in Lussemburgo. Dunque, le ville ad oggi sarebbero state sequestrate senza un fondamento giuridico evidente.
Chi è Alisher Usmanov
L’oligarca, 70 anni, in realtà è nato Uzbekistan, ma è naturalizzato russo. Considerato vicinissimo a Putin, la sua attività imprenditoriale è molto fiorente e secondo quanto scrive «Forbes» è il 119esimo uomo più ricco al mondo, con un patrimonio netto stimato in 14,3 miliardi di dollari. Tra le sue fonti principali di reddito ci sono il quotidiano Kommersant e il secondo operatore di telefonia mobile russo, MegaFon, di cui è comproprietario. Fa parte anche del gruppo Mail.Ru, la più grande società internet del mondo russofono. È azionista di maggioranza di Metalloinvest, un conglomerato industriale russo ed è stato anche direttore generale di Gazprom Invest. A ottobre del 2020, in pieno periodo covid, ha voluto ringraziare la Regione Sardegna «per la calorosa accoglienza che da circa 30 anni ricevo in questa bellissima isola» effettuando una donazione da mezzo milione di euro per contribuire alla lotta al virus.
La sua attività nel mondo dello sport
Alisher Usmanov, dal 2008 al 2022 è stato presidente della Federazione internazionale della scherma. Nel calcio dal 2007 al 2018 è stato uno dei principali azionisti di riferimento dell’Arsenal, una delle più importanti e storiche squadre di Londra. Ma con il suo gruppo USM holding è stato anche sponsor dell’Everton Football Club.